Google ha annunciato che il blocco dei cookie di terze parti sui propri sistemi, è ufficialmente rimandato dal febbraio 2022, ad una data compresa tra la metà e la fine del 2023. In pratica a Big G serve più tempo per studiare soluzioni alternative al tracciamento della navigazione e più tempo anche per affrontare al meglio le difficoltà riscontrate con la tecnologia FLoC, oltre che mettere a punto le iniziative legate alla Privacy Sandbox.
Blocco dei cookie: l’annuncio! Tutto rimandato.
Google ha dato l’annuncio ufficiale: “l’addio definitivo all’utilizzo dei cookie di terze parti sui loro sistemi, è ufficialmente rimandato”. Serve più tempo per capire, studiare e approfondire diversi fattori, che vanno dalla misurazione degli annunci, alla fornitura stessa degli annunci, nonché a quella di contenuti pertinenti e al rilevamento delle frodi.
L’idea è quindi quella di abbandonare il progetto legato al blocco dei cookie precedentemente annunciato e passare ad una progressiva e graduale eliminazione dei cookie di terze parti su Chrome. È previsto quindi un periodo di prova di tre mesi a partire dalla metà del 2023 fino alla fine dello stesso anno.
I motivi del ritardo
Dietro a questa decisione e al relativo annuncio del blocco dei cookie di terze parti, ci sono svariati motivi. Uno di questi riguarda le critiche ricevute da Big G sul meccanismo di funzionamento dei FLoC (cluster anonimizzati di utenti con caratteristiche affini).
L’arrivo e l’impiego dei FLoC aveva sollevato un polverone devastante. Alcuni aziende infatti, avevano addirittura deciso di bloccare il sistema ideato da Google. Una di queste è stata addirittura quella di WordPress. Quest’ultimo aveva infatti accampato l’idea di bloccare di default questo sistema di targeting. Un’azione che avrebbe avuto effetti a dir poco devastanti sul progetto di Google, visto che oltre il 40% dei siti al mondo utilizza WordPress come CMS. Non solo. Anche Digiday aveva programmato un codice software per bloccare i FLoC presenti nei siti di Amazon (quindi anche in WholeFoods.com, Zappos.com e Woot.com).
Ma i problemi e gli ostacoli non finiscono qui. Altro dilemma è rappresentato infatti dal mancato allineamento normativo dei FLoC alla disciplina del GDPR europeo. Le stesse perplessità si sono poi sollevate anche in altre parti del mondo. Senza contare che Google sta vivendo momenti difficili in Europa a causa delle indagini antitrust della Commissione UE su potenziali pratiche anticoncorrenziali sul fronte pubblicitario. È probabile quindi che dietro al blocco dei cookie di terze parti ci sia una certa pressione governativa.